L’odierno Scoppio del Carro fa riferimento all’antica leggenda del nobile Messere Pazzino de’ Pazzi che nella prima crociata in Terra Santa, per il suo coraggio e valore, Goffredo di Buglione comandante generale dei crociati gli avrebbe concesso tre schegge di pietra tratte direttamente dal Santo Sepolcro di Gesù.
Pazzino de’ Pazzi tornato a Firenze nel 1101 fu accolto con grandi onori e festeggiato sopra un carro trionfale lungo le vie della città. Proprio in questa epoca, il XII secolo, a Firenze fu introdotto rito che prevede la distribuzione del fuoco Benedetto durante la Veglia pasquale a tutti i fedeli in segno di purificazione e di accoglienza della luce del Risorto. Questo rito, trovato in Oriente e usato dai crociati a Gerusalemme, divenne un’usanza comune in terra Toscana che con il passare degli anni per praticità si introdusse l’uso di portare il fuoco benedetto con un carro trainato per le vie della città su cui era posto il braciere e da esso, durante la Veglia pasquale, i toscani accendevano la loro fiaccola per portarla nelle loro casa.
Dato che il carro richiamava il carro trionfale che aveva accolto Pazzino al ritorno dalla crociata, fu affidata alla famiglia de’ Pazzi la sua costruzione e manutenzione. Le fonti storiche e letterarie indicano che la Toscana e Firenze fu tra i paesi che si arruolò alla prima crociata e alcuni di questi antichi scritti dettagliano alcuni fatti proprio in riferimento al personaggio di Pazzino de’ Pazzi.
In seguito all’impresa di Pazzino in Terra Santa ricevette da Goffredo di Buglione tre schegge di pietra del Santo Sepolcro che al suo ritorno a Firenze consegnò alla Signoria e ai governatori di Firenze che le custodirono nella chiesa di Santa Maria sopra Porta in San Biagio.
A questo riconoscimento si aggiunse il privilegio di adottare il suo proprio stemma cavalleresco che vediamo nella parte alta del Carro oggi utilizzato: l’antico emblema araldico della famiglia de’ Pazzi era composto da tre mezze lune crescenti in campo argento collocato su uno dei quattro lati nella parte alta del Carro insieme al successivo stemma utilizzato dalla famiglia de’ Pazzi collocato nei tre rimanenti parti, quello cioè formato da due delfini crestati e orecchiuti in campo azzurro e sei croci d’oro.