Al termine del 2010 in seguito a una riflessione teologico-liturgica sulla riformulazione del rito dello Scoppio del Carro don Roberto Gulino ha accolto la proposta dell’Arcivescovo il Cardinale Giuseppe Betori di rivedere l’intera struttura celebrativa del rito.
La questione che richiedeva una profonda riflessione si legava alla perdita del legame di senso originario e originante del rito con la Veglia pasquale, poiché il significato fondante di tutto il rito è proprio la distribuzione del fuoco benedetto pasquale che si diffonde sui presenti e simbolicamente su tutta la città, superando quindi l’aspetto folcloristico e tradizionale.
Era importante riportare lo Scoppio del Carro all’interno della celebrazione della Veglia pasquale e far coincidere all’intonazione del Gloria, che nel sabato santo dopo il silenzio quaresimale annuncia la realtà della risurrezione, con l’accensione del Carro e il relativo Scoppio.
Storicamente, questo cambiamento significava recuperare il senso originario e più veritiero di questo rito che nei secoli ha caratterizzato la Pasqua fiorentina. Pertanto anticipando al sabato sera l’accensione e la benedizione del fuoco tratto dalle tre pietre sacre, la domenica di Pasqua si omette la parte svolta fino al 2011 nella chiesa dei Santi Apostoli e Biagio.
Il rito dello Scoppio del Carro oggi nella domenica di Pasqua prevede unicamente il corteo storico che accompagna il Carro a piazza San Giovanni, la celebrazione dell’Ora Terza in Battistero, i riti iniziali della celebrazione eucaristica svolti sul sagrato della Cattedrale con l’asserzione dell’acqua lustrale dei presenti e del Carro e la processione verso l’interno della cattedrale, segue poi l’intonazione del Gloria e l’accensione della Colombina con lo Scoppio del Carro, infine il ritorno delle tre pietre del Santo Sepolcro e del braciere portafuoco, al termine della celebrazione eucaristica, nella chiesa dei Santi Apostoli e Biagio.